Sono già passati 10 anni da quel 13 marzo 2005, giorno di consegna alla popolazione del nostro bel oratorio ristrutturato. In quella mattina di sole, per strada ed in chiesa, dentro e fuori l’oratorio c’era festa e tanta allegria che contagiava tutti stampando sui visi un sorriso di gioia comune.

Quel edificio bello, nuovo, costato e faticosamente ottenuto - era li imponente all’ombra della chiesa - pronto a ricevere e dare accoglienza allora, come adesso e come già aveva fatto a tutte le generazioni di ragazzi e non, che varcano la sua soglia.

E’ un istituzione – l’edificio oratoriale - guardando al calendario dei servizi resi alla popolazione ed il numero delle persone che gli gravitano intorno può confermare la decisione presa 10 anni fa di ristrutturare l’esistente, rendendolo bello e sicuro.

Le norme di sicurezza furono tra i punti di forza per incoraggiare la decisione a favore della ristrutturazione, ma non meno importante e difficile fu ed è tuttora l’organizzazione oratoriale.

Le molteplici difficoltà nel portarla avanti a volte fa pensare ad una azienda; costi, entrate, personale mancante, far quadrare il tutto; in realtà è una grande famiglia e di conseguenza deve curare i complessi aspetti umani sia per fasce di età - l’oratorio ha un po’ cambiato faccia- troviamo i ragazzi, ma anche i nonni, le famiglie, piange molto la fascia dei giovani ed è una realtà evidente.

Le attività svolte in oratorio sia di animazione che sono molteplici, che di formazione a tutti i livelli (genitori ICFR – ragazzi catechismo, serate di Sila per adulti e via dicendo) comprendono la vita intera della comunità.

E’ importante nella vita oratoriale non mollare nei momenti di stanchezza, nelle fasi di crisi sociale, morale religiosa ed educativa perché questo edificio e chiaramente le persone che vi abitano – portando la Parola del Vangelo concretizzata –sono un deterrente ai problemi dei singoli, delle famiglie nella solitudine, nelle fragilità . . perciò niente giustifica lo scoraggiamento, che a volte fa capolino nella routine organizzativa.

La paziente perseveranza di alcuni – che non colma i vuoti di presenza di altri – permette di vigilare sui nostri ragazzi, ma non basta, bisogna che si sentano amati; anche le famiglie ben accette e così collocate bene in questo contesto, mancano di quel tono di adesione non misurato, spontaneo e di slancio generoso che lo Spirito della famiglia dovrebbe avere.

La collaborazione verace e sincera e la disponibilità di tutti creano insieme un ambiente che forma, dando la capacità di educare e testimoniare i valori Cristiani e la passione per la vita.

 

C. e D.


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