Sulla questione degli apparati decorativi: la ricerca di una vibrazione luminosa.

Ipotesi A: restauro dell’apparato decorativo esistente comprendendo il mantenimento delle ridipinture ad opera di Giovanni Pancera di Manerbio eseguite nel 1972, coeve alla nuova pavimentazione in granito rosa sardo; pitture eseguite con colori molto cupi, densi e statici, oggi impregnati anche da una patina ulteriormente oscurante causata dall’attuale impianto di riscaldamento.

Ipotesi B: restauro con il recupero totale delle decorazioni precedenti il 1972 (come in evidenza nella documentazione fotografica storica) sulle strutture architettoniche principali, come le lesene, i capitelli, i cornicioni e i due fondali prospettici delle navate laterali.

Ipotesi C: restauro dell’apparato decorativo, con recupero delle decorazioni precedenti il 1972 (sulla base rinvenuta dalle analisi stratigrafiche; ipotesi ancora parzialmente da verificare), verrà successivamente dopo le varie fasi di pulizia necessarie riproposta la decorazione pittorica sulla struttura architettonica principale, lesene e cornicioni, mentre per gli sfondati verrà riproposta una tinteggiatura velata a latte di calce, con una cromia che si armonizzerà con il color Botticino già rinvenuto nelle stratigrafie e con le emergenze già rilevate presenti nella chiesa. Questa soluzione più delle altre restituirà maggior luminosità vibrante a tutte le spazialità interne; cercando di restituire e di recuperare l'intervento operato nel 1911 nella sua integrità; quando l'architetto Agostino Carvatti affidò gli affreschi della nuova cupola a quell'Umberto Marigliani soprannominato “il Tiepolino“, che con ogni probabilità coordinò anche le decorazioni pittoriche eseguite da Luigi Locatelli in una grande unità decorativa. Tutte queste ipotesi di intervento dovranno essere sottoposte e approvate dalla Soprintendenza di competenza.